sabato, ottobre 02, 2004

Cosi'... di getto

- No!
Kel osservò il foro in cui Alore si era lasciata cadere. Solo il cavo che si inoltrava nel buio, null’altro.
- Astrattista di merda...
- Che facciamo? ...Non possiamo abbandonarla.
- Cazzo cazzo...
Perle di sudore, Kel osservò il corridoio. – Tra un minuto qui sarà affollato.
- Andiamocene, non mi faccio fottere per lei.
- Silenzio, scendiamo.
- Miseria... tu sei pazzo.
Insistere sarebbe stato inutile, Uman lanciò un’occhiata a Eron. Aveva la bocca serrata, gli occhi fuori dalle orbite, sembrava ad un passo dal baratro. Forse la metafora non era così fuori luogo.
Kel si era avvolto nel mantello ed era già scomparso nella cavità, aggrappandosi al cavo di plastacciaio.
- Fanculo.
Uman sfilò il sybar dalla cintura e cominciò a pizzicarne le corde. Eron sembrò risvegliarsi dall’incubo e si precipitò verso il cavo. Una frazione di secondo e nella volta rimase solamente Uman.
E una melodia armoniosa.
L’oscurità avvolse la sala.
“Almeno dovranno penare”, disse fra sé Uman mentre cominciava a scendere lungo il cavo.

1 Comments:

At 2 ottobre 2004 alle ore 03:21, Blogger Massimo Bianchini said...

Stupendo, secondo me dovremmo proprio operare cosi'. :-)

(Lascerei "abbandonarla" anziche' "lasciarla sola" perche' i 3 se ne stanno andando, e forse ha piu' senso, per il resto va benissimo).

Ci metterem(m)o una vita e non finirem(m)o mai, pero' e' divertente!

 

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